Simbolo di femminilità per eccellenza, fin dai tempi più remoti, il rossetto è l’elemento immancabile nel make-up di molte donne.
La più antica testimonianza relativa all’utilizzo di cosmetici per le labbra, risale al popolo dei Sumeri.
La bocca era colorata con un prodotto a base di polvere di pigmento rosso, olio di sesamo ed essenza di rosa. Pare, fosse un’abitudine irrinunciabile per la principessa Shub-ad, che lo riponeva in una piccola scatola di madreperla e filigrana d’oro, per averlo sempre con se. Nell’antico Egitto, in cui l’arte di truccarsi non aveva solo un fine estetico, ma serviva a ricongiungersi con le divinità, era consuetudine truccarsi le labbra. Cleopatra preparava una pasta scura, ottenuta dai pigmenti estratti da coleotteri e formiche.
I significati e le credenze attribuite al rossetto sono cambiate notevolmente nel corso della storia. In Grecia si trasformò da simbolo delle donne appartenenti alle classi più agiate a segno distintivo delle prostitute. Nella Roma Imperiale erano diffusi dei rossetti molto costosi sotto forma di tavoletta, ottenuti da alghe, minerali e molluschi, dai quali si estraeva il pigmento color porpora, che dava il nome al “purpurissimum”. Il Medioevo segnò un periodo buio, durante il quale le labbra rosse furono vietate, poiché troppo sensuali e peccaminose.
Nei secoli successivi l’ideale di bellezza femminile cambiò notevolmente e con essa la rappresentazione attraverso la cosmesi.
La svolta si ebbe nel 1900 : importante periodo di cambiamento. Il desiderio di emancipazione femminile e parità tra i sessi, fece nascere movimenti come le suffragette e le flappers e coincise con la crescente industrializzazione, che rese i cosmetici più economici ed accessibili a tutti.
Il primo stick per labbra nacque nel 1910 ad opera della casa cosmetica Roger & Gallet mentre qualche anno più tardi Maurice Levy produsse il primo astuccio portarossetto in plastica o metallo.
Tuttavia, la donna che ha trasformato il rossetto nello strumento di massima espressione della femminilità è stata Elizabeth Arden, fondatrice dell’omonima casa cosmetica. La Arden sfilò con le suffragette, che si battevano per il diritto al voto e donò loro dei rossetti. L’imprenditrice credeva che la bellezza femminile, mediante il make-up, potesse diventare il simbolo di liberazione dai retaggi culturali del passato. Infatti, in occasione della seconda guerra mondiale, creò delle nuances di rosso dai nomi molto eloquenti, come montezuma red e victory red. Destinati alle donne della marina militare degli Stati Uniti, i kit di trucco furono abbinati alle divise militari, per simboleggiare forza e femminilità al tempo stesso.
Paradossalmente in tempi di crisi le vendite dei cosmetici hanno sempre subìto un forte incremento.
Durante la seconda guerra mondiale divenne celebre uno slogan, apparso nell’edizione britannica della rivista Vogue del 1941, che recitava: “Ora più che mai la bellezza è il tuo dovere”. Winston Churchill, allora primo ministro, nonostante le restrizioni belliche, fece un’eccezione per la produzione dei rossetti, affermando, che contribuivano a risollevare il morale della popolazione.
Vi è un altro racconto, di un fatto realmente accaduto, risalente alla fine della seconda guerra mondiale e nello specifico alla liberazione del campo di concentramento di Bergen Belsen. Il tenente colonnello britannico Mervin Willet Gonin raccontò, che un giorno nel lager nazista arrivarono numerose casse di approvvigionamenti da parte della Croce Rossa. Con grande stupore generale, non si trattava di cibo e medicinali, come da consuetudine, bensì di rossetti.
Il soldato britannico disse: “Credo che nulla fece più per quegli internati di quanto fece quel rossetto. Le donne giacevano nei loro letti senza lenzuola né vestaglie, ma con labbra rosso porpora. Le vedevi vagare senza nulla più che una coperta sulle spalle, ma con labbra rosso porpora. Finalmente qualcuno aveva fatto qualcosa per renderle nuovamente individui. Erano qualcuno, non più solo il numero tatuato sul braccio. Finalmente potevano interessarsi al loro aspetto. Quel rossetto iniziò a ridar loro l’umanità.”
Esiste un termine, spesso indicato sui testi di economia, ovvero “Lipstick index”, formulato da Leonard Lauder, presidente dell’azienda cosmetica Estée Lauder, in seguito alla crisi finanziaria dovuta al crollo delle torri gemelle.
Questo valore mette in relazione l’andamento dell’economia alla vendita di rossetti. Si tratta di una teoria piuttosto semplice e curiosa, secondo cui in periodi di recessione economica le donne, nell’impossibilità di fare acquisti più costosi, comprerebbero un numero maggiore di rossetti.
Le icone del cinema, complice l’avvento del technicolor, che trasformò le pellicole dal bianco e nero a colorate e realistiche, furono per lungo tempo il modello estetico di riferimento di molte donne. Max Factor truccatore di Hollywood, già nel 1918 creò una linea denominata “Colour Harmony” basata sul concetto dell’armonia dei colori. Factor pensò ad un kit di trucco per ogni tipologia di donna (bionda, rossa, castana e bruna).
Questo aspetto, riconduce ai principi cardine dell’armocromia, secondo cui i colori più valorizzanti, da preferire vicino al volto, sono quelli che assecondano le nostre cromie naturali.
In che modo?
Gli elementi da tenere in considerazione nella scelta di un rossetto sono molteplici.
Il più importante riguarda il risultato della somma dei nostri colori naturali mediante l’analisi cromatica.
Questo step imprescindibile ci indicherà, attraverso l’osservazione ed analisi di quattro elementi cardine, una chiara indicazione sulle nostre cromie e di conseguenza la stagione di appartenenza.
- IL SOTTOTONO (colore di fondo della carnagione) che potrà essere caldo oppure freddo.
- IL VALORE (complesso cromatico di: pelle + occhi + capelli + sopracciglia) che potrà essere scuro, medio o chiaro.
- IL CONTRASTO (fra pelle, occhi, capelli e sopracciglia) che potrà essere alto, medio o basso.
- L’ INTENSITA’ (riferita ad uno o più elementi di spicco del nostro aspetto generale nonché alla brillantezza dei colori) che potrà essere alta, media oppure bassa.
Le informazioni ottenute saranno molto utili, poiché dovremo “ripetere” le nostre caratteristiche cromatiche, assecondandole. Pertanto avremo, colori caldi o freddi, chiari o scuri, desaturati oppure brillanti.
Un altro elemento da valutare è la dimensione della bocca.
Se la bocca è grande, meglio optare per tonalità naturali ed opache. Se la bocca è piccola, le texture chiare e lucide danno un effetto ottico d’ingrandimento. Le labbra medie possono indossare colori da chiari a scuri, con qualunque texture. Il concetto cambia, se la pelle è nera. Infatti, per labbra particolarmente voluminose un rossetto scuro, aiuta a creare maggior armonia nel volto.
Altri elementi sono: i colori degli abiti, la personalità, gli obiettivi e lo stile personale.
La scelta dei colori da indossare è legata a doppio filo all’analisi cromatica. Infatti, oltre ai colori per il make-up, potremmo conoscere anche quelli per l’abbigliamento, gli accessori, il colore dei capelli e degli occhiali, la scelta dei bijoux e dello smalto per le unghie.
Un elemento molto importante è legato alla personalità, che metterà in relazione le nostre scelte cromatiche, con le peculiarità che vorremmo mettere in luce. Un aspetto non trascurabile sarà legato anche agli obiettivi di comunicazione attraverso la nostra immagine.
Un’ulteriore valutazione riguarda lo stile personale. Quest’aspetto ci indicherà la scelta dei colori più appropriati, per rappresentare al meglio le nostre preferenze stilistiche.
La storia ci racconta, come l’uso del rossetto sia stato un’abitudine irrinunciabile anche nei momenti più bui. A questo riguardo Rachel Felder, giornalista, esperta di moda e bellezza nonché autrice del libro “Red lipstick”, risponde così a chi afferma, che parlare di trucco e bellezza in tempi difficili, come quello attuale, potrebbe sembrare frivolo e superficiale :
“Il rossetto solleva il morale, ma è molto più di questo. In tempi di crisi, come durante la seconda guerra mondiale, da alle donne un senso di normalità. In questi giorni, quando le persone hanno a che fare con lo stress e la perdita dei propri cari, è molto importante mantenere quei piccoli dettagli quotidiani che ti fanno sentire normale”.