In questo periodo dell’anno la natura risplende di nuovi colori, lasciandosi alle spalle il grigiore invernale. Nell’immaginario collettivo, infatti non a caso la primavera simboleggia la rinascita ed il cambiamento.
Il termine decluttering significa fare spazio eliminando gli ingombri e da alcuni anni è entrato nel nostro lessico.
Molti credono consista in un metodo infallibile, per avere vestiti ed accessori perfettamente in ordine nel guardaroba, così da minimizzare i tempi di preparazione al mattino. In realtà questa pratica ha risvolti ben più interessanti.
Benché oggi ci concentreremo nel riordinare il guardaroba, l’arte di fare spazio eliminando tutto ciò che è superfluo, non si limita ai vestiti e agli accessori. È applicabile, infatti a qualsiasi categoria di oggetti presenti nella propria casa: vestiti, libri, documenti, foto, ricordi e molto altro.
Marie Kondo, autrice giapponese di best seller sul tema, nonché ideatrice del metodo di riordino “konmari”, da cui prendo ispirazione, afferma che i suoi clienti hanno riscontrato notevoli benefici a livello emotivo, con evidenti cambiamenti sia sul piano fisico, che nello stile di vita.
Curioso, vero?
Il decluttering è una sorta di filosofia di vita, che ristabilisce l’ordine delle priorità: lasciare andare il superfluo, concentrandosi sull’essenziale.
Per riuscire a liberarsi di ciò che non serve, è necessario attivare un dialogo interiore e capire quali siano le motivazioni, che hanno spinto all’acquisto di alcuni capi piuttosto che altri. Comprendere le dinamiche, che impediscono di disfarsene, crea una profonda connessione basata sull’ascolto dei bisogni più autentici.
È importante ricordare, che un armadio disordinato non si riferisce solo a vestiti gettati alla rinfusa o cappotti appesi alle ante, piuttosto ad una discontinuità tra lo stile di vita della persona e ciò che è presente nel suo guardaroba.
L’armadio, infatti è molto più di un mobile, che contiene vestiti, ma una finestra sul mondo interiore del proprietario, attraverso il quale è possibile comprendere le relazioni fra i capi d’abbigliamento, le emozioni e la sua identità. (Ho approfondito l’argomento un po’ di tempo fa in quest’articolo https://simonaloria-mystyleofbeauty.com/indossa-la-tua-identita/)
Un cattivo rapporto con il guardaroba è dovuto principalmente a due motivi:
- una quantità di vestiti ed accessori superiore alle proprie necessità, che crea disordine
- vestiti ed accessori che per svariate ragioni non indossiamo, che si sono accumulati, ma dai quali non riusciamo a separarci.
L’ostacolo maggiore, quando si riorganizza il guardaroba in un’ottica di riordino, è proprio la difficoltà a disfarsi anche di quei vestiti ed accessori indossati poche volte, con i quali non ci siamo mai sentiti/e pienamente a nostro agio e spesso non ricordiamo neppure di avere.
Perché succede questo?
Un guardaroba caotico talvolta coincide con idee poco chiare rispetto alla propria identità e caratteristiche fisiche. Ciò ha notevoli ripercussioni sulla capacità di fare scelte mirate e consapevoli. Inoltre, in certi casi si aggiunge anche un altro elemento da non sottovalutare: l’attaccamento emotivo. Questo aspetto rende ancora più difficile il discernimento tra il valore affettivo di un determinato vestito e la sua reale utilità.
Come fare, dunque?
Per rendere più semplice il riordino del proprio guardaroba, ci si può occupare di una categoria alla volta. (es: prima dei vestiti, domani delle calze, collant ed intimo, poi degli accessori etc.) .
C’è solo una prerogativa: sistemare le cose che rimangono, solo dopo aver fatto una cernita ed eliminato ciò che non serve più.
- Riordinare il guardaroba è un momento divertente e rilassante. Il mio suggerimento, quindi, è di farlo quando si è di buon umore si ha tempo sufficiente da dedicare senza impedimenti.
- Inizia dai vestiti. Raggruppali tutti in una stanza. Svuota completamente il guardaroba e magari approfittane, per dare una pulita agli interni. Procedi allo stesso modo anche per eventuali contenitori o scatole riposti in altri luoghi della casa.
- Stendi tutto sul letto o sul pavimento. Dopodiché suddividi tutto in sottocategorie, secondo quest’ordine:
- pezzi superiori (magliette, maglioni, canotte, top etc.)
- pezzi inferiori (pantaloni, shorts e gonne)
- capi da appendere (giacche, camicie, cappotti, giubbini, tailleur e vestiti)
- calze, collant e biancheria intima
- costumi da bagno
- accessori
- borse
- scarpe
- Analizza con cura ogni singolo capo e comincia ad eliminare quelli che: non sono della taglia giusta, sono vecchi o sciupati, presentano buchi o macchie di usura o sono irrimediabilmente rotti. Prendi tutto e mettilo dentro alcuni sacchi, che avrai preparato precedentemente.
- Seleziona tutti quei capi, che non ti piacciono più, ma potrebbero essere comunque utili a qualcuno perché in ottimo stato. Prendili e mettili in un altro sacco.
A questo punto, avrai eliminato molte più cose di quante pensassi. Ora comincia la parte più impegnativa.
- Concentrati su ciò che è rimasto ed analizza un capo per volta. Inizia con i vestiti che ami particolarmente. Tocca il tessuto, annusa il profumo e comincia a provare un capo alla volta. Vai davanti allo specchio, sorridi e concentrati sulle emozioni che provi.
Quali emozioni ti evoca questo vestito? Perché ti senti a tuo agio nell’indossarlo? Cosa ti piace particolarmente? Che cambiamenti noti a livello visivo quando lo indossi?
Focalizzati sulle sensazioni di benessere ed armonia che provi, nell’indossare ciò che ti piace. Tienile a mente, perché saranno la bussola, che orienterà le tue scelte da questo momento in poi.
- Passa in rassegna quei capi che indossi di rado. Quelli che hai acquistato per occasioni particolari, magari all’ultimo momento. L’addetta alle vendite al momento dell’acquisto disse, che ti valorizzavano. Tuttavia, una volta indossati non sei stato/a più sicuro/a dell’acquisto.
Perché li hai comprati? Perché li indossi raramente? Oggi li ricompreresti? Cosa non ti convince?
Concentrati sulle risposte. Ricorda che gli ambienti in cui viviamo ed i vestiti che indossiamo, devono fondersi completamente con la nostra identità in modo naturale, senza forzature. Se così non fosse, prendine atto senza tentennamenti o sensi di colpa e mettili via. Potranno fare sicuramente felice qualcun altro.
- Concentrati su quei capi che non hai mai indossato. Quelli che hai acquistato, perché ti hanno colpito/a nella vetrina. Dopo vari ripensamenti magari hai trovato il coraggio di entrare nel negozio e li hai comprati, anche se in fondo hai sempre saputo, che non li avresti mai indossati: troppo appariscenti rispetto dalla tua immagine.
Perché li hai acquistati, allora? Cosa vorresti comunicare con quegli abiti? Se fossi certo/a di non essere giudicato/a li indosseresti?
Sei sicuro/a che la tua immagine attuale sia pienamente rappresentativa della tua identità?
Se la risposta fosse sì, allora quei capi non ti servirebbero. Occupano solo dello spazio nel tuo guardaroba: disfatene subito, senza indugi. Se la risposta fosse no, invece tienili, ma comincia a riflettere su quali bisogni si celino dietro quegli acquisti e perché non riesci a metterli in luce.
La parte più impegnativa si è conclusa. Ora non ti resta, che trovare una giusta collocazione a tutto ciò che è rimasto.
Seguendo la stessa procedura, continua con le altre categorie (calze, collant e biancheria, costumi da bagno, accessori, borse e scarpe). Una volta che tutto è stato riordinato, è utile anche fare un elenco di ciò che vorresti aggiungere, in base allo stile di vita, gusti personali, bisogni ed obiettivi, per acquisti futuri.
Personalmente, da diversi anni, non faccio alcun cambio di stagione. Suggerisco, invece, una suddivisione in base alla tipologia di tessuto, poiché lo trovo particolarmente utile.
- La lana, la flanella, il velluto, il poliestere e l’acrilico, ad esempio, sono più adatti per le stagioni fredde mentre lino e canapa per quelle più calde.
- Tessuti come cotone, seta, viscosa o i tessuti crêpe, invece possono essere utilizzati sia nelle stagioni più fredde, che in quelle un po’più calde a seconda delle esigenze personali.
Capi da appendere. Prediligi sia i tessuti particolarmente rigidi e strutturati, che non permetterebbero di essere ripiegati con facilità, sia quelli molto leggeri e delicati, che se piegati, potrebbero stropicciarsi. Appendili dal più lungo al più corto, da sinistra verso destra, creando anche una scala cromatica, che parta dai colori scuri e termini con quelli più chiari. In questo modo si avrà una certa armonia anche a livello visivo.
Capi da riporre nei cassetti. Suggerisco lo stesso metodo, che molti già conoscono per preparare la valigia. Ripiegare i capi, arrotolarli e disporli in verticale, anziché uno sull’altro come negli scaffali dei negozi. In questo modo occuperanno meno spazio e sarà possibile avere una panoramica appena apri il cassetto. Come per i capi appesi, ci si può divertire disponendoli in scala cromatica dal più scuro al più chiaro.
Ora, che ogni elemento ha la sua collocazione, probabilmente sarai pervaso/a da uno stato di leggerezza e benessere, che i giapponesi chiamano sukkiri. È la sensazione rigenerante, che subentra dopo essersi liberati del superfluo, di ciò che appesantisce, per lasciare spazio al nuovo. Un sentimento che indica, che quella era la scelta giusta da fare, esattamente in quel momento: né prima né dopo.
“L’esistenza non conosce presto o tardi, conosce solo il momento giusto”. (cit.)